giovedì 15 novembre 2007

Patto Italia-Brasile per una Carta dei diritti di internet

di Luigi Vimercati


di Luigi Vimercati


Privacy, protezione dei dati, libertà di espressione, accessibilità universale, neutralità della rete, interoperabilità, utilizzo di format e standard aperti, libero accesso alle informazioni e alla conoscenza, diritto all’innovazione e a un mercato equo e concorrenziale, tutela dei consumatori.

Sono questi i principi fondamentali sui quali dovrà essere costruito l’Internet bill of rights, la Carta dei diritti della rete. Un’idea, quella della Carta, messa a fuoco dall’Italia e lanciata con forza dalla delegazione italiana all’Internet governance forum dell’Onu che si è chiuso ieri a Rio de Janeiro.

L’idea è piaciuta a molti partecipanti al Forum e ha subito raccolto la sponda del governo brasiliano. Italia e Brasile hanno così formalmente sottoscritto, con noi e il ministro brasiliano della cultura, Gilberto Gil, una dichiarazione congiunta che impegna i due paesi ad adoperarsi per giungere quanto prima a una definizione concertata e ampiamente condivisa dei diritti della rete: un tema che dovrà figurare tra quelli prioritari sul tappeto della sessione 2008 dell’Internet Fovernance forum a Nuova Delhi. Considero importante far precedere il meeting del prossimo anno da un incontro preparatorio, al quale saranno invitati a partecipare tutti i soggetti interessati.

La firma del documento congiunto è avvenuta in una cornice insolita per una cerimonia protocollare: il Circo Voador, luogo di culto della musica popolare brasiliana (della quale Gil è uno degli esponenti più prestigiosi e apprezzati in tutto il mondo) che ha ospitato, negli stessi giorni del meeting ufficiale, il forum parallelo della società civile con la partecipazione di istituzioni culturali, associazioni, artisti e operatori della rete.

martedì 13 novembre 2007

Incontro Italia-Brasile sulla Carta dei Diritti della Rete

LE ULTIMISSIME dall’Internet Governance Forum di Rio de Janeiro...

Alla sessione dell’Internet governance forum in corso di svolgimento a Rio de Janeiro, la delegazione italiana guidata dal sottosegretario alle comunicazioni, Luigi Vimercati, e quella brasiliana guidata dal ministro della cultura, Gilberto Gil, si sono incontrate durante i lavori del workshop sull'Internet bill of rights, la Carta dei diritti della rete.

Gil ha convenuto sull'importanza della proposta italiana, già illustrata nella sessione plenaria di ieri, di giungere rapidamente a una definizione concertata e condivisa della Carta. “Internet – ha detto il ministro brasiliano – è una realtà transnazionale. Il cyberspazio deve essere riconosciuto come il nostro territorio comune. Ed in questo senso, la Carta dei diritti è l'obiettivo da raggiungere”.

Vimercati ha accolto con soddisfazione l'incoraggiamento del Ministro Gil. “Ritengo importante – ha detto – in vista del prossimo appuntamento dell’Internet governance forum a Nuova Delhi nel dicembre 2008, compiere significativi passi avanti verso la stesura di una bozza della Carta. Sarà fondamentale, in questi mesi, avviare il percorso per l'allargamento del consenso nell'ambito sia dell'Unione Europea, sia dell’Onu”.

Il professor Stefano Rodotà, coordinatore scientifico del Comitato consultivo sulla governance di internet, nel suo intervento di apertura del workshop ha affermato che “il processo che porterà alla creazione dell'Internet bill of rights ha guadagnato oggi un importante sostegno politico, il che accelererà il percorso per la messa a punto di indicazioni più precise in merito ai suoi contenuti”.

Iniziativa italiana a Rio de Janeiro per una Carta dei diritti di internet

di LUIGI VIMERCATI

Si è aperto oggi a Rio de Janeiro, e durerà fino al 15 novembre, il secondo, cruciale appuntamento dell’Internet governance forum, al quale partecipa attivamente l’Italia con una delegazione da me guidata, la quale si è fatta promotrice di un ampio confronto e del coinvolgimento degli altri protagonisti del consesso, tra cui in particolare il ministro brasiliano della cultura Gilberto Gil, con l’obiettivo di avviare un percorso concertato e condiviso con una molteplicità di soggetti, dagli utenti alle imprese, dai parlamenti ai governi, per la definizione di un Internet bill of rights, di una Carta dei diritti della rete.
È ormai evidente come internet stia introducendo radicali mutamenti in tutte le dimensioni dell’agire umano: dall’economia, alla comunicazione, alle relazioni sociali e politiche. Il suo tumultuoso sviluppo (a tutt’oggi si calcolano in più di un miliardo 240 milioni gli utenti della rete nel mondo) investe direttamente tutti gli ambiti di espressione dei diritti umani, dimostrando da un lato la fragilità delle misure sinora poste a loro protezione e dall’altro, attraverso la partecipazione dal basso, straordinarie potenzialità per nuove forme di affermazione degli stessi, in grado di rafforzare la democrazia nella società della conoscenza.
Stiamo insomma assistendo alla nascita di una nuova generazione di diritti che afferiscono alla “cittadinanza digitale globale” e che rappresentano un’estensione, con specifiche declinazioni, dei diritti umani fondamentali. Proprio per questo è necessario un Internet Bill of Rigths, un insieme di regole certe che tutelino la libertà e l’accesso della rete, unitamente a forme di autoregolamentazione che riguardino i suoi contenuti, in modo da garantire i diritti degli individui e dei gruppi, in particolare di quelli più vulnerabili. L’assenza di regole, infatti, non si traduce necessariamente in maggiore libertà di Internet. Può anzi facilmente significare prevaricazione del più forte sul più debole, poiché non dobbiamo dimenticare – come ha detto il sottosegretario generale dell’Onu, Sha Zukang – che la libertà d’espressione e la libera circolazione delle informazioni e delle idee deve andare di pari passo con la sicurezza e l’integrità di internet: solo così la rete potrà raggiungere pienamente il suo potenziale democratico. Dobbiamo inoltre assicurarci che ciascuno, nel mondo, possa trarre beneficio dalle opportunità offerte dalla rete, rimuovendo tutti gli ostacoli che impediscono il libero accesso e cercando di colmare il digital divide.