venerdì 5 ottobre 2007

FERMENTI INNOCREATIVI

Un blogger ieri ci ha scritto:
....facciamo in modo (e fate 1st.. voi candidati!) di intercettare i tanti fermenti innocreativi e di non fermarci\vi il 14 ottobre!
4 ottobre 2007 7.17

questo spazio serve a raccogliere segnali, oltre che idee e proposte, ed è uno spazio comune per costruire insieme una riflessione sul tema dell'innovazione tecnologica.

Nel documento programmatico qui postato, uno dei punti fondamentali, secondo noi , per agire e innescare processi di innovazione a tutti i livelli, riguarda la valorizzazione di talenti e i creativi:

"Nuovi valori. Nessun processo di innovazione può essere messo in atto senza risorse umane preparate; noi viviamo in un paese in cui il merito e i talenti non sono sufficientemente valorizzati. Occorre dare vita a nuove modalità di reclutamento e di retribuzione dei ricercatori nelle università e nei centri di ricerca; occorre rimuovere qualsiasi ostacolo di carattere normativo per l’accesso alle professioni".

Chi sono gli INNOCREATIVI?

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Classe creativa, meritocrazia, giovani e fresche menti.
Per ora la piazza Milanese è, in Italia (insieme a Torino), quella in cui si trova maggior fermento e possibilità di esserci e crescere.
Vicini all'Europa in innovazione, creatività e multiculturalismo. Quello che chiediamo è la maggior possibilità di scambiare idee e confrontarsi con gli Innocreativi di tutta europa, supportati magari dai Templari dell'innovazione che hanno già fatto sfoggio del marchio InnoMade in Italy...

Anonimo ha detto...

Si, valorizzateci, davvero però!!!
Che non rimangano solo parole...
Noi ci stiamo muovendo...

Anonimo ha detto...

ESSERE INNOVATIVI
Siamo più di quattro. Abbiamo solo dato il là. INCONFRONTO è un blog, quindi aperto a tutti. Un' idea, uno spazio per raccogliere anche le voci di tutti gli altri candidati ( siamo tanti e non ci conosciamo ) sensibili a questo tema e da professionisti, per confrontarci con professionisti:quelle persone, quelle imprese creative, quei ricercatori e imprenditori attenti al cambiamento e all' essere innovativi.
IMPEGNO? una serie di spunti li abbiamo postati nel documento programmatico ( vedi) perchè vengano discussi, approfonditi, modificati se necessario, perchè diventino temi in agenda nazionale per il nuovo partito democratico.

Siamo in pieno avviamento!
grazie del contributo

Anonimo ha detto...

Intanto do subito una prova che utilizzare un blog non è poi un affare così semplice come il mondo sostiene. Nel tentativo di mettere in "chiaro" alcuni passaggi di Marino che ci ha scritto venerdì, questo è quello che si è salvato stasera..temi interessanti.
"....Datemi una prova del vostro impegno su questo tema fondamentale. Viviamo in un sistema economico dove gli asset più pregiati sono quelli intangibili, sono quelli che derivano dalla conoscenza e dal capitale umano, le infrastrutture si comprano sui mercati del far east, a noi invece tocca metterci l'innovazione di prodotto e di processo. La politica deve comprendere che il sostegno all'economia deve passare attraverso un sostegno a quella parte dell'attività economica che si chiama avviamento, goodwill.
Avviamoci! Marino "

Anonimo ha detto...

Io sono convinto che la prima cosa che blocca l'innovazione nel nostro paese è la resistenza al cambiamento nella pubblica amministrazione. Bisogna introdurre il criterio di capacità di risposta alla innovazione nella valutazione dei dirigenti. Altrimenti una bella idea (magari poco costosa) sarà accantonata solo perche' costa impegno e fatica. Modificare i criteri di valutazone dei dirigenti non costa niente e non ha impatti sul bilancio dello stato.
Paolo (interinale Milano)

Anonimo ha detto...

In Italia tocca alla politica prendere in mano le redini dell'innovazione perché le aziende, i soggetti che dovrebbero cavalcare questo tema e spronare la politica sembrano fare il contrario. L'altro ieri Citigroup, una delle più grandi banche del mondo (datore di lavoro del millesimato Ivan Scalfarotto) scriveva, a commento del fatto che da inizio anno la Borsa italiana è la peggiore in Europa: “Le società italiane sembrano voler seguire i politici sulla strada del declino. La maggiora parte dei businessmen preferisce concentrarsi sui mercati domestici per evitare la competizione”.